domenica 8 novembre 2009

Franco Di Pasquale

Vive a Corropoli. Scrive libri dall'adolescenza. Ha vinto numerosi premi letterari. Collabora con diverse riviste. Sue poesie sono apparse su alcune antologie. Ha pubblicato con successo il romanzo La stagione più breve.
Appassionato di musica e di fotografia, ha prodotto alcune opere multimediali principalmente a tema naturalistico, altre di contenuto sociale e per fine di beneficenza.

Il titolo delle poesie è stato scelto dalla redazione di SC Group.
Le poesie sono lette da Gabriella Di Gaetano.


Sospira forse



Sospira forse - o non so che -
verso le montagne - che sembrano dormire -
una pennellata di giorno
tra buio e luce, notte e ombra -
brevità.

Il crepuscolo presto vide
rimbucare prima le nostre anime
poi tutto il resto - fino alle parole -
è meno di un ricordo ora
noi a ciascuno dei due.

Ma fu. Qualcosa fu.

La mia mano non seppe stringere la tua -
perdonala.

Andammo alla deriva
un passo dopo l'orrore
mare aperto e libero
per chi ebbe in odio di restare.


Non è la marina



Non è la marina il tramonto
non più forte di un lago
s'increspa la sua luce
radente ogni profilo
dentro ogni cuore.

Più della sera l'ombra rimane
la porpora svanisce
incanta l'occhio il pigro volo
di un'ala irriconoscibile.

Non delle dita, non degli occhi
come sabbia fine, velo d'aria
le misteriose tracce svaniscono
care, infinitamente care
di un sogno indelebile -
della vita troppo lontana.


Sogno di essere il mare



Sogno di essere il mare -
amato e non ama -
e vaga senza affanni.

Un sussurro segreto di foglie
sente e il riso sordo dei fili d'erba.

E il mare le grigie conchiglie
profondamente dimentica
e l'età effimera delle onde.

Sogno di essere il cielo
e azzurro e rosso e nero
consolazione - dolce esilio dei poeti
tesori d'aria, acerbi soffi
e accarezzare per sempre
i capelli sciolti delle nuvole.

Sogno di essere il fuoco e l'acqua insieme -
ma è la vita! -
l'urna, le beffarde ceneri, i dolci inganni.

Tremo senza saggezza
come una sposa sventurata.
Qualche volta un figlio del vento
che soltanto sfiora le cose.

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